Jane Austen by Virginia Woolf

Jane Austen by Virginia Woolf

autore:Virginia Woolf [Woolf, Virginia]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Elliot
pubblicato: 0101-01-01T00:00:00+00:00


Jane Austen e le Oche*

Jane Austen è l’ultima tra gli scrittori ad avere ragione di lamentarsi dei suoi critici, almeno così pensavamo. I suoi maggiori ammiratori sono sempre stati proprio chi i romanzi li scrive, che dai tempi di Sir Walter Scott fino a George Moore le hanno attribuito un’insolita perspicacia.

Almeno così pensavamo. Tuttavia il libro di Mary Augusta Austen-Leigh dimostra che siamo stati troppo ottimisti. Mai abbiamo avuto prova tanto evidente della stupidità incorreggibile dei critici. Da quando Jane Austen è diventata famosa non hanno fatto altro che intonare in coro sciocchezze: non amava i cani, detestava i bambini, l’Inghilterra era la sua ultima preoccupazione, era indifferente alla cosa pubblica, non aveva un’educazione letteraria, era irreligiosa, a tratti distaccata e scontrosa, non conosceva nessuno al di fuori della cerchia dei familiari e, ancora, l’osservazione delle differenze tra suo padre e sua madre era fonte della visione pessimista della famiglia. La devozione di Miss Austen-Leigh per Jane Austen è naturale, ma non possiamo che giudicare eccessiva la sua preoccupazione sapendola convinta che vi siano stati degli “equivoci”, e determinata a scioglierli afferrando e tirando il collo a ciascuna di quelle stupide oche. Qualcuno, debitamente nascosto nell’anonimato, che non facciamo fatica a credere inesistente, ha affermato che Jane Austen fosse inadatta a descrivere la borghesia inglese. A dire la verità, precisa Austen-Leigh, lei discendeva per parte di padre dagli Austen che “come molte altre famiglie di provincia provenivano dal potente clan dei Clothier”, e per parte di madre dai Leigh di Addlestrop, vicini al re Carlo. Inoltre, frequentava le feste e sapeva comportarsi in società. “Jane Austen era più che mai capace di scrivere delle vite e dei sentimenti dei gentiluomini e delle gentildonne inglesi”. Con questa conclusione conveniamo in pieno. Eppure, l’essere capace di scrivere di un certo tipo di persone potrebbe presupporre che non si è in grado di scrivere di un altro. Tale profonda osservazione è merito di un altro anonimo pennuto. Anche se, ad essere sinceri, Miss Austen-Leigh non riesce a zittirlo del tutto. Jane Austen, ci assicura, ha avuto di gran lunga più possibilità di conoscere il mondo della maggior parte delle altre figlie di pastori. Uno zio acquisito era amico di Warren Hastings e aveva vissuto in India. Deve pur aver mandato notizie a casa sul processo e sul clima. Un’altra cugina aveva sposato un aristocratico francese che era stato decapitato durante la Rivoluzione francese. Di certo doveva avere qualcosa da raccontare su Parigi e la ghigliottina. Uno dei suoi fratelli era partito per il Gran Tour e altri due erano nella Marina. Non ci sono dubbi, dunque, che Jane Austen avrebbe potuto “indulgere in fantasie romantiche ambientante in India o in Francia”, ma è altrettanto vero che non lo abbia fatto. Eppure è difficile negare che se Jane Austen non fosse stata solo Jane Austen, ma Lord Byron e pure il capitano Marryat, le sue opere avrebbero goduto di meriti che, per come stanno le cose, adesso non possiamo dire di ritrovare.

Ma, accantonando questi campi esaltanti della critica letteraria, i critici attaccano la sua persona.



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